E’ ormai un po’ di tempo che si parla di proporre gli eSports al CONI come disciplina sportiva al pari di tutte le altre. E’ vero anche che a differenza degli sports elettronici, le altre discipline necessitano di sforzo fisico e psicologico. Tuttavia lo Sport non è solo muscoli e impegno mentale, ma è anche e soprattutto capacità di concentrazione, reattività e gioco di squadra e, al disopra di tutto, rispetto delle regole; pertanto anche gli eSports possono essere considerati Sport a tutti gli effetti. Durante il lockdown, ignorando come e cosa la maledetta pandemia potesse travolgere e stravolgere l’ordinario sportivo, ecco che gli eSports hanno avuto l’occasione di partecipare alla vita quotidiana di tutti noi, atleti professionisti e amatoriali compresi. Basta saper leggere i numeri in termini di visibilità e coinvolgimento della eNazionale di PES 2021 che ha centrato l’obiettivo europeo portando all’attenzione mediatica la questione Merito dei quattro eplayer azzurri – Rosario ‘Npk_02’ Accurso, Nicola ‘nicaldan’ Lillo, Carmine ‘Naples17x’ Liuzzi e Alfonso ‘AlonsoGrayfox’ Mereu – che hanno raggiunto l’obiettivo e che, al momento, sono tesserati a tutti gli effetti della Figc.
Questo sarà un tema da affrontare con parsimonia, attenzione ed intelligenza.
Il presidente del CONI , Giovanni Malagò, ha avviato, in forma ufficiale, il processo di riconoscimento degli eSports inviando una lettera indirizzata a Michele Barbone il quale è delegato a “svolgere ogni attività utile all’unificazione delle realtà che operano in Italia nel settore dell’eSport”
Come siamo già abituati qui in Italia, il percorso di riconoscimento di una Disciplina Sportiva è lungo e complesso. Il CONI vuole alcune garanzie come FAIR PLAY, PARTECIPAZIONE, AMICIZIA, LEALTA’, SOLIDARIETA’, IMPEGNO, RISPETTO, CORAGGIO, MIGLIORAMENTO DI SE’, PACE, UGUAGLIANZA E INTERNAZIONALISMO, ma soprattutto che il sistema non venga “inquinato” da situazioni estranee al mondo dello Sport
Quindi pur di mantenere inalterati i valori dell’Olimpismo si valuta a livello internazionale quali possono essere i videogiochi che rientreranno nel nostro Sport rispettando semplici paletti quali NO VIOLENZA, NO DOPING e NO IMBROGLI. In pratica andrebbero bene tutti quei giochi che simulano le attività olimpiche già esistenti, praticati e riconosciuti dai Comitati Olimpici Nazionali e, forse, in un secondo momento si vedranno quanti e quali dei videogiochi di fantasia avranno la possibilità di essere considerati sportivi.
Per ora dimentichiamoci di immaginate un Call Of Duty, Fortnite o Rainbow Six o Rocket League (bha!) in specialità sportive e olimpioniche. Tuttavia ci sarà probabilmente la possibilità da parte di Associazione Sportive Dilettantistiche o altre associazioni di essere aiutate dal Credito Sportivo per avere risorse economiche per adeguare alle norme di sicurezza una sala lan o una sede operativa dotata di simulatori o computer.
Secondo Barbone entro marzo 2021 avremo una Federazione italiana degli sports elettronici denominata FIDE che conta l’appoggio di tre grandi partner internazionali : IESF (International E-Sport Federation), Esports Europe, ISNO (Interational Sport Network Organization). Da un anno e mezzo ha già provveduto a stilare lo statuto, i regolamenti e tutte le carte federali necessarie al riconoscimento da parte del CONI, quindi dal punto di vista burocratico siamo già assolutamente in regola e siamo già al punto giusto.
E’ una strada lunga e tortuosa ma ci auguriamo che il nostro mondo gaming venga riconosciuto come disciplina sportiva e ci dia l’occasione di nuove esperienze, avventure e, perché no, la possibilità di competere a livello nazionale ed internazionale nei videogiochi che tanto ci piacciono.
Magari proprio tu!