Esport e olimpiadi: in Asia sono già un passo avanti rispetto a noi

Ne avevamo già parlato un po’ di tempo fa ma sinceramente non passa giorno in cui il tema Esports non venga nominato a livello olimpico… Dopo anni di fatiche ed migliaia di eventi organizzati, il fenomeno esports è scoppiato definitivamente! Parliamo di un settore in crescita esponenziale, soprattutto in questi ultimi 2 anni pandemici, capace di incrementare i propri introiti (superando il fatturato del mondo artistico come cinema, teatro e musica messi insieme!, ndr) e alimentare l’interesse di tutti tra cui aziende rinomate come  Nike, Levi’s e Chupa Chups. E’ quindi evidente la possibilità di vedere gli sport elettronici fare un ulteriore passo in avanti verso il riconoscimento di disciplina olimpica.

E’ una strada lunga e tortuosa perché, come spesso accade con le innovazioni, il fronte si divide: da una parte chi crede che gli esports siano capaci di portare benefici economici (e non solo per le Olimpiadi), e chi dall’altra parte della barricata non vuole saperne di partecipare all’evoluzione olimpica.

Ringraziando il cielo, dalla parte opposta del mondo qualcosa sta cambiando. Infatti 27 Comitati olimpici nazionali asiatici hanno iscritto i propri atleti nelle discipline degli sport elettronici per i prossimi Asian Games che si svolgeranno nel 2022 a Hangzhou in Cina. Ma a differenza dell’ultima edizione a Jacarta nel 2018 quando gli esports sono comparsi solo come disciplina dimostrativa, l’ Assemblea generale del Consiglio olimpico dell’Asia ha provveduto ad inserirli nel programma ufficiale. Novità assoluta che potrebbe essere uno spiraglio di luce per l’ammissione degli esports alle Olimpiadi.

Il 13 marzo intanto la sessione del CIO ha approvato all’unanimità l’Agenda Olimpica 2020+5 come nuova roadmap strategica del CIO e del Movimento Olimpico fino al 2025. Composta da 15 raccomandazioni, la nuova tabella di marcia si basa sui risultati dell’Agenda Olimpica 2020 e guiderà il lavoro del CIO e del Movimento Olimpico per i prossimi cinque anni. Tra queste raccomandazioni ci sono riferimenti anche al digitale, ai videogame e agli sport virtuali (vedi punto 8 e 9, ndr)

L’obiettivo del CIO è quello di approfittare della realtà dei videogiochi per riavvicinare più giovani possibili allo sport ed insegnare loro i nobili principi su cui si fonda lo spirito sportivo. Ecco perché sarà molto difficile vedere titoli come COD, Valorant, LOL o Cs:Go alle Olimpiadi. Secondo il Comitato Olimpico Internazionale questi giochi sarebbero inadatti a coinvolgere i meno “esperti” a causa dei troppi tecnicismi e allontanerebbero lo spirito “patriottico” nazionale.. Voi che ne pensate?

Attendiamo quindi i prossimi sviluppi e vi informeremo appena avremo altre informazioni.

Alla prossima e GG